Franco Loi.
La luce del vero
di Marco Manzoni
Franco Loi (1930-2021) è considerato uno dei massimi poeti del nostro Paese e il più significativo in lingua dialettale milanese.
In questa conversazione molto intensa – che prende spunto dalla lettura di alcune tra le sue più belle poesie -, parla di alcuni momenti emblematici della condizione umana.
Per Loi la parola poetica nasce dal silenzio e dall’ascolto interiore – esperienza comune a molte tradizioni spirituali -, condizione che ci permette di sentire tutto il nostro essere, di cui la mente è una parte, non il tutto.
Al di là della mente logico razionale c’è infatti un luogo misterioso e indicibile – che chiamiamo cuore – e la poesia è il linguaggio che più gli si avvicina: il mistico tace, il poeta scrive.
Per Loi la poesia è un’immersione nel fiume della vita e il poeta ne raccoglie sensazioni e umori, sa innamorarsi e disperarsi, ma soprattutto sa osservare con attenzione il mondo che lo circonda: gli alberi, le case, i tram, gli occhi delle persone, l’aria. In Loi è molto evidente questa attenzione alla vita di tutti i giorni, anche per le monate, le cose da poco conto.
Il suo è un canto alla vita simile a quello di Ungaretti quando dice che “la vera poesia è sempre una preghiera.”
In questo stato d’animo, Franco Loi intravede la luce del vero tra le maglie della nostra quotidianità.
La luce del vero è proprio riconoscere la pienezza della vita, fatta di mente e spirito, non separabili.
Franco Loi
La luce del vero
55’, 2009
“Si scrive attraverso l’ascolto di qualcosa che abbiamo dentro di noi e che non muore mai, la parola poetica è come una luce che rischiara il mondo e almeno in parte la nostra oscurità. La luce del vero è riconoscere la pienezza dell’evento umano e dell’evento naturale, la pienezza fatta di spirito e materia insieme.”
La prima produzione poetica di Franco Loi nacque tutta in una breve stagione, tra il settembre 1965 e l’estate 1974 quasi “sotto dettatura”, così il poeta rievoca quegli anni fondamentali: “scrivevo versi per quattordici ore filate al giorno, mi sono sempre considerato amanuense di Qualcuno”.
Esordisce solo nel 1973 come poeta in dialetto e ha subito un buon successo con l’opera I cart pubblicata dall’Edizione Trentadue di Milano e l’anno dopo, 1974, con Poesie d’amore edite da Il Ponte.
Nel 1975 il poeta dimostra di aver raggiunto la completa maturità di espressione con il poema Stròlegh, pubblicato da Einaudi con prefazione di Franco Fortini, di cui una parte aveva già visto la pubblicazione nel secondo Almanacco Dello Specchio ricevendo una critica positiva da Dante Isella.
Nel 1978 Einaudi pubblica la raccolta Teater e nel 1981 l’opera L’Angel viene edita a Genova dalle Edizioni San Marco Giustinani.
Sempre nel 1981, grazie alla raccolta L’aria (Einaudi), vince il Premio nazionale “Lanciano” di Poesia dialettale, di cui diventa giurato a partire dalla XVI edizione (1986) fino alla sua conclusione nel 2008.
Nel 2005 pubblica per Einaudi L’aria de la memoria, in cui raccoglie tutte le poesie scritte tra il 1973 il 2002, alcune delle quali apparse già nelle raccolte I cart e Poesie d’amore. Molte altre sono le sue opere, tutte in dialetto milanese, tra le quali Lünn, Liber, Umber, El vent, Isman, Aquabella, Pomo del pomo.
È stato vincitore del Premio Bonfiglio per la raccolta Stròlegh e del Premio Nonino per Liber; in seguito ha ricevuto il Premio Librex Montale e il Premio Brancati 2008 (sezione poesia) con il libro Voci d’osteria.
È stato insignito dalla Provincia di Milano della medaglia d’oro e ha ricevuto dal Comune di Milano l’Ambrogino d’Oro e il Sigillo Longobardo della Regione Lombardia.
Franco Loi ha pubblicato molti poemi e raccolte di poesie che hanno avuto successo di pubblico e critica, tra cui:
Stròlegh, Einaudi, 1975
L’Angel, San Marco dei Giustiniani, 1981
Teater, Einaudi, 1989
Liber, Garzanti, 1995
Aria de la memoria, Einaudi, 2005
La lus del ver, Quaderni di Orfeo, 2006
Da bambino il cielo, autobiografia con annesso dvd Il canto della vita di Marco Manzoni, Garzanti, 2010
Il silenzio, Mimesis, 2012
Amur del temp, Crocetti, 2018